Il
peggiore
posto in cui abitare è il carcere della propria mente! (Anche dal carcere si
esce, facciamo in modo che non sia un ergastolo tormentato)
Il martedì scorso mentre mi recavo a Palermo, mi indicavano
telefonicamente il punto di riferimento per arrivare alla meta, tra le
indicazioni, ‘’passa oltre il carcere e prosegui dritto, ti troverai in via
Regione Siciliana etc.
Non avevo mai fatto caso alla grandezza del carcere e nonostante fossi passata da li
tantissime volte non lo avevo mai notato.
Pensavo… e Pensando al carcere e ai carcerati, mi venne in
mente questa ‘’ il posto peggiore in cui abitare è il carcere della
propria-mente’’.
Pensieri affollavano l’ingresso della mia un via vai senza
sosta e riposo,(beh non riposo neanche la notte visto i sogni che
faccio.)continuavo a pensare alla mente umana e alla chiave che ho e che ho
riposto momentanea-mente nel cassetto limbico del mio cervello.
Quel giorno stesso ,entrai in un posticino carino, (per il dolce dopo pranzo)incuriosita da cibi
messicani da nomi particolari (e dolci da provare per poi riprodurli), guarda
caso dietro le mie spalle c’era la riproduzione di una cella .
Mi son detta un’ altra prigione!
Proprio quel giorno la mia migliore amica mi manda un sms ,mi
ero isolata nella mia prigione da vari giorni e mi scrisse proprio qualcosa che
aveva a che fare con il carcere!
Tutto questo per dire come a volte ci facciamo sopraffare
dalla nostra mente, facendolo diventare un carcere, di pensieri negativi. Non
lo facciamo apposta, dovete sapere che le registrazioni che il nostro cervello
fa cominciano a partire dalla nostra venuta al mondo, e studi scientifici
dicono che probabilmente anche mentre siamo nel grembo, ed è sicuro che sia
così, ho sperimentato io stessa il modo di comunicare con mia figlia in
alfabeto morse.
Esperienze , convinzioni, credenze limitanti etc. a volte se
non verificati ci portano a posporre nel futuro pensieri e parole che di certo hanno poco se non
nulla. A volte ci facciamo impressionare dalle esperienze altrui che guarda
caso sono la maggioranza in statistica e statisticamente poi la nostra mente le
valuta come vere, perché in effetti a volte sono vere, però ci sono anche le
eccezioni. Vi faccio un esempio più semplice.
Un paio di mesi fa un
mio ‘’ da ieri cliente’’ dopo la riunione fatta e tutte le delucidazioni date
sul caffè che vendo ,mi disse che doveva pensarci (nonostante la moglie
Continuava a dirgli che voleva acquistare rapita anche dal
fatto che la schiuma del cappuccino rimaneva sul fondo della tazza) e che si
sarebbe fatto sentire a maggio-giugno, mi disse la chiamo io!
Scettica , e con il sorriso sulle labbra me ne andai a casa,
contenta di aver conosciuto delle persone che mi ascoltavano con piacere anche
se poi non avevo fatto loro il contratto.
Perché scettica? Perché mi dissero che se il cliente
posticipa , rimanda o ti dice che si farà sentire , avrei dovuto dimenticarmi
di lui, che non si sarebbe più fatto sentire, insomma un modo semplice per
scaricarmi. ‘’La chiamo io’’.
La mia neurologia allora cominciò a collegare quelle parole a
parole che sentii spesso , (possibili
clienti che in effetti non comprano e mi dicono ti richiamo perché non comprano
se non gli dai il regalino, i gadget etc.)
anche nella mia adolescenza e da bambina, ma in altri campi della vita, marcate
e rimarcate, come i solchi che i buoi facevano per arare il campo, ricordiamoci
però che adesso ci sono i mezzi più specializzati per arare e non sfruttare gli
animali e così oggi ci sono mezzi per
cancellare anzi risolcare certi solchi ,come la nostra mente.
Come? Verificare.
Ieri il cliente che mi dicevano non sarebbe più tornato , ha
chiamato e riconoscendo la validità del mio prodotto ha fatto il contratto. Un
cliente dalla precisione assoluta in fatto di money.
Ci sono varie ipotesi per ricalibrare i solchi:
1)
Il possibile cliente ti da una data di scadenza, se
non si farà sentire entro o nel margine di un paio di mesi, allora si avevano
ragione ma mai dire mai. Io so il prodotto che ho dimostrato.
2)
Se il cliente ti dice mi farò sentire senza una data
di scadenza ma ti viene a trovare e fa notare la sua presenza mai dire mai.
3)
Poi in effetti ci sono quelli che oltre a dirti ti
richiamo ti evitano pure senza dare nessun segno. Mai dire mai? Ogni giorno è
prezioso , ce motivo più forte che spinge il cliente a posdatare a non so
quando?
In ogni caso però l’importante è aver fatto la vostra
parte, essere presenti ugualmente, educati non arrabbiatevi un no di oggi potrà
essere un si domani. ( nel lavoro sicuro).Quando sapete il fatto vostro ed il
prodotto valido che dimostrate, chi capirà il reale valore acquisterà.
Nel mio lavoro ci metto, passione, onestà ,la faccia e la mia dignità
non dimostrerei spazzatura a cosa servirebbe? A farmi una cattiva nomina? e perché’
dovrei? perché il cliente contento si ricorderà di voi e ne parlerà anche agli
altri.
A volte mi rimproverano perché non insisto, che non sono sfacciata, che
sono troppo onesta , come se prendere in giro il cliente porti a risultati. Una
volta puoi, la seconda il cliente ti manda a fanculo. Ci sono stati colleghi
truffaldini, si sono fatti i soldi fregandosene del cliente, senza pensare che
il cliente se lo tratti come giusto che sia e con i giusti modi, comprerà da te
anche dopo. Ed il mio lavoro verte proprio su questo , l’acquisto futuro
costante che incrementa insieme agli altri l’assegno mensile.
Siate sempre onesti, se la gente non si rifarà viva di
certo non sarà per vostra mancanza.
Dire ciò che si pensa è sempre molto più onesto che
scaricare le persone giusto per togliertele davanti, è di certo molto più
apprezzato anche se può far male, e ricordate che non si può fare dell’erba un
fascio.
Nel tempo si può verificare, quel che certo che chi ha tempo non
aspetti tempo. Non vivremo in eterno, un giorno perso è sempre perso e nessuno
te lo tornerà indietro. Chi parla sempre di tempo precario dovrebbe saperlo e
se lo sa e non fa nulla pazienza.
A presto . Vale
Al momento consiglio : chi ha tempo non aspetti tempo.