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martedì 10 giugno 2014

Il peggiore posto in cui abitare è il carcere della propria mente! (Anche dal carcere si esce, facciamo in modo che non sia un ergastolo tormentato)





 Il 
peggiore posto in cui abitare è il carcere della propria mente! (Anche dal carcere si esce, facciamo in modo che non sia un ergastolo tormentato)

Il martedì scorso mentre mi recavo a Palermo, mi indicavano telefonicamente il punto di riferimento per arrivare alla meta, tra le indicazioni, ‘’passa oltre il carcere e prosegui dritto, ti troverai in via Regione Siciliana etc.

Non avevo mai fatto caso alla grandezza del  carcere e nonostante fossi passata da li tantissime volte non lo avevo mai notato.


Pensavo… e Pensando al carcere e ai carcerati, mi venne in mente questa ‘’ il posto peggiore in cui abitare è il carcere della propria-mente’’.

Pensieri affollavano l’ingresso della mia un via vai senza sosta e riposo,(beh non riposo neanche la notte visto i sogni che faccio.)continuavo a pensare alla mente umana e alla chiave che ho e che ho riposto momentanea-mente nel cassetto limbico del mio cervello.

Quel giorno stesso ,entrai in un posticino carino,  (per il dolce dopo pranzo)incuriosita da cibi messicani da nomi particolari (e dolci da provare per poi riprodurli), guarda caso dietro le mie spalle c’era la riproduzione di una  cella .

Mi son detta un’ altra prigione!


Proprio quel giorno la mia migliore amica mi manda un sms ,mi ero isolata nella mia prigione da vari giorni e mi scrisse proprio qualcosa che aveva a che fare con il carcere!

Tutto questo per dire come a volte ci facciamo sopraffare dalla nostra mente, facendolo diventare un carcere, di pensieri negativi. Non lo facciamo apposta, dovete sapere che le registrazioni che il nostro cervello fa cominciano a partire dalla nostra venuta al mondo, e studi scientifici dicono che probabilmente anche mentre siamo nel grembo, ed è sicuro che sia così, ho sperimentato io stessa il modo di comunicare con mia figlia in alfabeto morse.


Esperienze , convinzioni, credenze limitanti etc. a volte se non verificati ci portano a posporre nel futuro pensieri  e parole che di certo hanno poco se non nulla. A volte ci facciamo impressionare dalle esperienze altrui che guarda caso sono la maggioranza in statistica e statisticamente poi la nostra mente le valuta come vere, perché in effetti a volte sono vere, però ci sono anche le eccezioni. Vi faccio un esempio più semplice.


Un paio di mesi fa  un mio ‘’ da ieri cliente’’ dopo la riunione fatta e tutte le delucidazioni date sul caffè che vendo ,mi disse che doveva pensarci (nonostante la moglie

Continuava a dirgli che voleva acquistare rapita anche dal fatto che la schiuma del cappuccino rimaneva sul fondo della tazza) e che si sarebbe fatto sentire a maggio-giugno, mi disse la chiamo io!

Scettica , e con il sorriso sulle labbra me ne andai a casa, contenta di aver conosciuto delle persone che mi ascoltavano con piacere anche se poi non avevo fatto loro il contratto.


Perché scettica? Perché mi dissero che se il cliente posticipa , rimanda o ti dice che si farà sentire , avrei dovuto dimenticarmi di lui, che non si sarebbe più fatto sentire, insomma un modo semplice per scaricarmi. ‘’La chiamo io’’.

La mia neurologia allora cominciò a collegare quelle parole a parole che sentii spesso ,  (possibili clienti che in effetti non comprano e mi dicono ti richiamo perché non comprano se non gli dai  il regalino, i gadget etc.) anche nella mia adolescenza e da bambina, ma in altri campi della vita, marcate e rimarcate, come i solchi che i buoi facevano per arare il campo, ricordiamoci però che adesso ci sono i mezzi più specializzati per arare e non sfruttare gli animali e così oggi  ci sono mezzi per cancellare anzi risolcare certi solchi ,come la nostra mente.


Come? Verificare.

Ieri il cliente che mi dicevano non sarebbe più tornato , ha chiamato e riconoscendo la validità del mio prodotto ha fatto il contratto. Un cliente dalla precisione assoluta in fatto di money.


Ci sono varie ipotesi per ricalibrare i solchi:

1) Il possibile cliente ti da una data di scadenza, se non si farà sentire entro o nel margine di un paio di mesi, allora si avevano ragione ma mai dire mai. Io so il prodotto che ho dimostrato.


2) Se il cliente ti dice mi farò sentire senza una data di scadenza ma ti viene a trovare e fa notare la sua presenza mai dire mai.


3) Poi in effetti ci sono quelli che oltre a dirti ti richiamo ti evitano pure senza dare nessun segno. Mai dire mai? Ogni giorno è prezioso , ce motivo più forte che spinge il cliente a posdatare a non so quando?


In ogni caso però l’importante è aver fatto la vostra parte, essere presenti ugualmente, educati non arrabbiatevi un no di oggi potrà essere un si domani. ( nel lavoro sicuro).Quando sapete il fatto vostro ed il prodotto valido che dimostrate, chi capirà il reale valore acquisterà.

Nel mio lavoro ci metto,  passione, onestà ,la faccia e la mia dignità non dimostrerei spazzatura a cosa servirebbe? A farmi una cattiva nomina? e perché’ dovrei? perché il cliente contento si ricorderà di voi e ne parlerà anche agli altri. 

A volte mi rimproverano perché non insisto, che non sono sfacciata, che sono troppo onesta , come se prendere in giro il cliente porti a risultati. Una volta puoi, la seconda il cliente ti manda a fanculo. Ci sono stati colleghi truffaldini, si sono fatti i soldi fregandosene del cliente, senza pensare che il cliente se lo tratti come giusto che sia e con i giusti modi, comprerà da te anche dopo. Ed il mio lavoro verte proprio su questo , l’acquisto futuro costante che incrementa insieme agli altri l’assegno mensile.

Siate sempre onesti, se la gente non si rifarà viva di certo non sarà per vostra mancanza.


Dire ciò che si pensa è sempre molto più onesto che scaricare le persone giusto per togliertele davanti, è di certo molto più apprezzato anche se può far male, e ricordate che non si può fare dell’erba un fascio.

 Nel tempo si può verificare, quel che certo che chi ha tempo non aspetti tempo. Non vivremo in eterno, un giorno perso è sempre perso e nessuno te lo tornerà indietro. Chi parla sempre di tempo precario dovrebbe saperlo e se lo sa e non fa nulla pazienza.



A presto . Vale 

Al momento consiglio : chi ha tempo non aspetti tempo.